Era un piatto sbeccato sul bordo;
nulla di più e nulla di meno ma lo guardavo e la scheggia mancante sul bordo verde-azzurro mi suonava come un insulto a quella porcellana tanto pregiata e così vi poggiai la mano sopra per non doverla vedere; quella cicatrice, quello sfregio che mi dava sui nervi perché una cosa bella (sciupata) si sa, da fastidio a chiunque.
Il barista era un amico di vecchia data e potevo starmene lì a martoriarmi il cervello anche tutta la sera senza ordinare nemmeno un drink.
Ripensandoci oggi non ero esattamente un cliente. Ero un pezzo di quel locale: come il bancone e il frigorifero ne più ne meno, e sempre tenevo la mano là sopra per non dover vedere lo sfregio, quella cicatrice che mi dava tanto su i nervi.
2019 e un piatto sbeccato mi infastidisce…
che abbia i bordi
verde-azzurro oppure no.
GIANMARCO GROPPELLI
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