Archivio | ottobre, 2019

Kipt’ Greenfield way

9 Ott

All’ora in cui si allungano le ombre e la vallata prende a rosseggiare,
accosto al pomeriggio stanco il mio profilo e mi domando:
“E se a una vita sola che ci e’ data ne seguisse poi un’altra ?”

-l’eterna domanda-
potrebbe questa chiamarsi IMMORTALITA’ ?

dal libro “Del sale era il profumo” di Gianmarco Groppelli

acquistabile anche online

Del sale era il profumo
Gianmarco Groppelli,hillbilly
Aprile 2013 – ristampa 2015

casa editrice Vicolo del Pavone
Via. G. Bruno, 6
29121 Piacenza.

Genere: Poesia

Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa senza il permesso dell’Editore.
Progetto grafico, impaginazione e stampa Tipitalia-Piacenza.

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www.piacenzasera.it di Gianmarco Groppelli “IT”

7 Ott

La recensione di It, edizione cinematografica del capolavoro di Stephen King.

di Cinema – 20 Ottobre 2017 – 0:00

IT
USA 2017

genere: horror-fantasy.
regia: Andrés Muschietti.
durata: 135 min.

cast: Jaeden Lieberher, Bill Skarsgård, Wiatt Oleff, Jeremy Ray Taylor, Sophia Lillis, Finn Wolfhard, Jack Dylan Grazer, Chosen Jacobs, Nicholas Hamilton, Jackson Robert Scott. sceneggiatura: Chase Palmer, Cary Fukunaga e Gary Dauberman.

fotografia: Chung-hoon Chung.
musiche: Benjamin Wallfisch.

E’ un giorno di pioggia nell’autunno 1988. Tutto ha inizio con una barchetta di carta che Bill regala al fratello più piccolo Georgie, il quale dopo essere uscito di casa per andare a giocare scompare nel nulla.

Otto mesi dopo, nel giugno del 1989 la cittadina di Derry è sconvolta da altre sparizioni di bambini.

Sono passati ventisette anni dalla comparsa di Pennywise (IT) sugli schermi. Era il 1990 quando Tommy Lee Wallace realizzò una “miniserie” televisiva divisa in due puntate ispirata all’omonimo romanzo di Stephen King (1986) accolta ai tempi con un discreto calore sia dalla critica che dal pubblico. Nel 2017 l’argentino Andrés Muschietti riesuma la salma del clown più conosciuto e inquietante di tutti i tempi e ne fa un lungometraggio. Il risultato è buono. Rimaneggiare It è un lavoro articolato, complesso da imbastire, ambizioso. A Muschietti va riconosciuta una brillante creatività visiva. L’ottima padronanza del saper mantenere viva la suspense (col passare degli anni il pubblico è sempre più esigente) e una buona dose, superfluo dirlo, di coraggio. Perché occorre coraggio davvero a portare sul grande schermo l’opera più matura, più riuscita, più acclamata di King. Un libro di mille e passa pagine che ha rivoluzionato la maniera di narrare il terrore, una pietra miliare della letteratura contemporanea. Quì abbiamo 135 minuti di follia, delirio, paura, angoscia, incubi che si mescolano alla realtà e viceversa, ma It non è solo terrore. E’ anche la storia di una straordinaria e inossidabile amicizia. Quella tra Bill, Richie, Eddie, Stanley, Ben e Beverly: il ‘club dei perdenti’, gli unici a rendersi conto di cosa stia accadendo a Derry. Toccherà a loro affrontare It. Il film in se stesso è una quasi anonima e discreta punta di matita che si limita a ripassare e rimarcare i dettagli e i contorni impiegati da Wallace nel 1990. Ma It è il classico prodotto da 2017: niente sbavature e niente noia, ma anche niente di nuovo poiché il terrificante Pennywise lo conosciamo bene, oramai. E’ passato dal truccatore per un ultimo ritocco e via, in scena. I momenti spannung sono affidati agli effetti speciali non certo ai dialoghi o alle domande. Non c’è tempo di porsi troppe domande nel film di Muschietti. Azione! L’orrore e la paura nello spettatore non sono suscitate tanto dal fatto di trovarsi faccia a faccia con Pennywise, che abbiamo già detto oramai conosciamo bene, ma piuttosto dall’astuto e furbo ‘effetto sorpresa’ tipico del luna park. Ogni luna park degno di questo nome possiede un tunnell dell’orrore… Ci siamo capiti. Il cast è senza infamia e senza lode, al completo servizio della regia che guida gli attori con un rigore quasi militare. Il committente ordina: ‘Qui voglio commozione, piangete!’ e i suoi attori piangono. Il committente vuole paura? Pronti, ecco mascelle abbassate e occhi sbarrati. Questa “motivata” sinergia potrebbe indurre qualche spettatore a pensare che il film sia in effetti un capolavoro, ma non è così. I capolavori sono ben altri. It è un buon prodotto, ottimo nel suo genere. Perfetto per svago e intrattenimento. Quel genere di film che oggi guardi da solo, domani guardi insieme alla fidanzata, dopodomani con gli amici, e ancora col vicino di casa senza annoiarti. La storia del cinema è piena di titoli che non stufano mai. It è uno di questi, per certo.

di Gianmarco Groppelli

Giudizio: ☆☆☆

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PcSera

PcSera di Gianmarco Groppelli

6 Ott

Adattamento per il grande schermo della storica partita di tennis che vide come protagonisti l’ex campione in pensione Bobby Riggs e la campionessa Billie Jean King.

LA BATTAGLIA DEI SESSI

UK-USA 2017
genere: biografico-commedia.
regia: Jonathan Dayton e Valerie Faris.
cast: Emma Stone, Steve Carell, Andrea Riseborough, Sarah Silverman, Bill Pullman, Elisabeth Shue, Alan Cumming, Natalie Morales.
durata: 121 min.
Sceneggiatura: Simon Beaufoy.
Fotografia: Linus Sandgren.
Musiche: Nicholas Britell.

Houston, TX
Settembre 1973

Questo sapiente lungometraggio firmato dalla coppia Dayton-Faris è un salto nel passato nel quale i violenti colpi di racchetta, gli occhi fiammeggianti, i ringhi e le urla bestiali dei fan, vengono letteralmente abbracciati dallo zelo, dal genio, il mestiere e il calore dei registi diventando un tutt’uno solido e coerente tanto nelle intenzioni e nelle intuizioni, quanto nel messaggio, nel fine ultimo, nello scopo di questi 121 minuti di grande cinema che riporta negli occhi della gente le immagini “vintage” di uno scontro non soltanto sportivo ma anche sociale.
La storia insegna.
Ne sa qualcosa Billie Jean King la quale ha per un certo verso stravolto questo detto così vecchio e così autentico, raccogliendo la sfida di Bobby Riggs, irriducibile e convinto maschilista, scommettitore, icona per eccellenza di una società che voleva (e purtroppo ancora oggi) pretende e reclama l’uomo alla testa del gruppo. Statistiche alla mano non è un segreto, tutto è nero su bianco: le buste paghe delle donne sono sempre più leggere di quelle degli uomini.
Come mai?
Si batte per questo Billie Jean King.
I centomila dollari in palio sono di fatto l’emblema del: “Forza, scommettiamo ! Tu donna perderai l’incontro, io sono un uomo non dimenticarlo mai…”
A buon intenditor poche parole.
L’eterna disputa maschi vs femmine è di certo il seme dal quale è germogliato questo aggraziato mosaico di un’epoca turbolenta quantomai ribelle e “senza regole”.
Tuttavia, l’autorevole impronta lasciata dalla regia va colta sì negli agguerriti scontri sportivi ma, in particolar modo, nello sfondo meno diretto e un po’ più celato di questo capolavoro destinato ad essere ricordato in eterno:
“La battaglia dei sessi”.
Va colto nel dolceamaro che imballa la pellicola in maniera quasi impercettibile.
In ogni singola lettera di ogni singola battuta.
Nei dialoghi ora duri come il più intimista e impietoso dei Bergman, alle frizzanti e taglienti frecciatine di un Woody Allen in piena forma. Pellicola asciutta e diretta a tratti perfino commovente; non da fazzolletti e soffiate di naso ma da occhi lucidi sicuro.
Fotografia mozzafiato.
Emma Stone brilla come un diamante. La sua immensa bravura riempie lo schermo adombrando in più di un’occasione i suoi comprimari, partoriti con un po’ meno di cuore e più febbrile istinto creativo diciamo così, ma nel complesso il cast e’ ben assortito e tutto funziona.
Pellicola che sazia cuore e cervello, che avanza come una locomotiva lanciata a tutta velocità. Uno “tsunami” che travolge tutto e tutti.
Un “o con me, o contro di me” da vedere.

Gianmarco Groppelli

Giudizio: ☆☆☆☆
http://www.piacenzasera.it

PcSera

PcSera di Gianmarco Groppelli

6 Ott

LADY BIRD

USA 2017
94 min
gen:commedia – drammatico
regia di Greta Gerwig
cast: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Timothée Chalamet, Beanie Feldstein, Odeya Rush, Jordan Rodrigues, Marielle Scott, Lois Smith, Stephen McKinley Henderson, Laura Marano, John Karna, Jake McDorman, Andy Buckley.
Musiche di Jon Brion.

Ai premi Oscar 2018 il film ha ottenuto 5 nomination per il miglior film, miglior attrice (Saoirse Ronan) miglior attrice non protagonista (Laurie Metcalf) migliore sceneggiatura originale e miglior regista: Greta Gerwig.

Sacramento, 2002

Il film racconta della tutt’altro che facile vita famigliare e sentimentale di Christine “Lady Bird” McPherson, studentessa all’ultimo anno in un liceo cattolico.
Storia vista e rivista quella del rapporto madre-figlia (teenager) ribelle.
I sentimenti si sprecano in tutti i sensi dal legame tra ragazza e ragazzo, al più usurato e “abusato” family drama.
Tuttavia, questo film a differenza di tanti altri più o meno simili ha una marcia in più. Innanzitutto un cast credibile che rende vera giustizia ai personaggi.
Il nerbo narrativo “feroce” tiene avvinto lo spettatore e tanto basta a giustificare la sua presenza in sala.
Il prezzo del biglietto? Soldi investiti bene.
La pellicola non esclude una certa dose di nostalgia.
Alcuni percepiranno e (ricorderanno) il 2002 come l’anno migliore della loro vita; accade sempre quando c’è riferimento a una data precisa e ognuno ha le proprie ragioni per struggersi gettando un occhio indietro.
Bella fotografia.
Belle musiche.
Un film leale e diretto che non cela, e di questi tempi, Dio solo sa se il mondo del cinema non ha bisogno di lealtà.
Nell’insieme è gradevole. Frizzante.
Un lungometraggio non certo da standing ovation ma comunque riuscito.

Gianmarco Groppelli

Giudizio: ☆☆☆
http://www.piacenzasera.it 
PcSera 

…If “that” ain’t God

6 Ott

Voglio essere sincero.
I giorni vanno gravandomi sulla schiena come uno zaino nel quale ho ammassato una vita di rimorsi.
Non ho certo il cuore di condannarti, tutt’altro.
Ho vissuto il mio tempo ignorando il tuo volto Signore, lo so.
Rammento i tuoi versi. Nulla di radicato, una lirica sorda imparata a memoria come un Walt Whitman.
Mi hanno detto, se e’ vero, che una preghiera e’ una speranza e che ogni lacrima e’ un segreto rivelato per metà.
Ci conosciamo appena, quasi per nulla e la cosa mi inquieta.
Con che faccia ti cerco e con che faccia azzarderei a chiamarti ?
Posso tentare.
Posso tentare se c’è segnale…
se c’e’ segnale e hai minuti abbastanza per tutti.
Prometti che quando sara’, prometti.
Di tenermi la mano fino alla fine. Di mostrarmi le lune e i colori che vado sognando, di rapirmi senza svegliarmi e di posarmi là dove ritieni sia meglio e ridarmi, anche solo un briciolo di fiducia…
tanta che sia a dimostrarti che anch’io soccombo alla morte come fan tutti. Senza lagnarmi troppo.
Solo una cosa,
di tanto in tanto passa a trovarmi.
Ho molto da dirti ADESSO che ammetto di aver bisogno di te !

GIANMARCO GROPPELLI

Southern tears

4 Ott

Charlie’s Angels, il mio telefilm preferito.

Smartphone e TV a cristalli liquidi ?
Pura fantascienza.

Più amore sulle porte, su i muri, sopra e sotto i banchi di scuola, nei cessi della metropolitana:
I love ya Claire !!!
Era quanto leggevi
Hitler vive – molto più raramente.

Vi erano più movimenti e partiti.
Partito per questo e partito per quello e l’importante era sposare una causa e crederci fino in fondo e contestare con un VAFFANCULO tra i denti e il giubbetto di jeans tempestato di spille, toppe e altri addobbi da biker cazzuto dell’Alabama.
La televisione passava per lo più quel genere di programmi adatti un po’ a tutti e comunque, innocui.

Non vi era bisogno di sbattere il mostro in prima pagina per fare aumentare l’audience

-Hazzard-
-Dallas-
-La donna bionica-

La bicicletta nuova di zecca con le flames sul carter e le frange pendule dalle manopole (molto indiano old school)

La prima infatuazione per una ragazza più grande
-conseguente erezione sprecata-

L’amico del cuore.
Il campeggio nel giardino con tre fighe tristi ma “troie” quanto basta, e ci siamo capiti (…)

Il cuore alla bandiera confederata spianata sul pavimento di cucina e guai a pestarla.

Jesus, quanto tempo e’ passato.
Quanto mi costa adattarmi al progresso, al presente.
Il mondo mantiene il suo ritmo non si ferma mai.
Per quanti sforzi io faccia non mi riesce proprio di tenere il suo passo

-why me, Lord ?-
ma in fondo a chi gliene importa VERAMENTE dell’amore che scarseggia raccontato sopra i muri e su i banchi di scuola (…) e sotto i banchi.

A me, per esempio.
Che sono un maestro quando si tratta di mettersi nei casini.
Mantenermi a distanza da tutto e’ ciò che mi riesce meglio e in questa nottata stupenda non starò certo a farmene una colpa, anzi.
Prevedo un lungo pellegrinaggio nei luoghi simbolo della mia giovinezza perduta.
Ho soldi in tasca, sigarette e la fiaschetta in acciaio.
Scarpe di ottima fattura ma soprattutto non ho fretta, anzi si.
Bramo l’istante nel quale incontrerò (perché si farà certo vedere) stanotte, Robert Redford e gli stringero’ la mano.
Al cinema “Stardust”
(e thank God i cinema d’essai vivono)
proiettano sempre qualche cult movie e ha voluto il cielo che in questa notte stupenda, a Redford tocchi il privilegio di aprire le danze. Non so se mi spiego.

dal libro “Del sale era il profumo”
di Gianmarco Groppelli.

MT Part. 2 📺

4 Ott

Ci sono giornate che iniziano col piede sbagliato.
Quel piede di solito ti segue fino a sera tarda (in quelle giornate) e non puoi farci un cxxxo e così aspetti; “la fine” ?
Più o meno, seduto in poltrona mentre guardi una televendita di pentole in acciaio inossidabile, un serial TV o magari un film (visto e rivisto) al quale non presteresti attenzione comunque anche se la giornata fosse iniziata col piede giusto perché in fondo in fondo, quel cxxxo di piede lo senti lo stesso, alle tue spalle come un’ombra malvagia e lo lasci lí (il piede) mangiando hamburger freddi, patatine stantie e chissà che altre porcherie ma questa e’ un’altra faccenda quindi torniamo al principio: mattina afosa e detestabile iniziata troppo presto per i miei gusti.

Un corriere FedEx che ha sbagliato posto e mi scusi – e bla bla bla – dice lui.

“Tranquillo, cose che capitano”

e lui -scusi ancora e bla bla bla-

Portiere della malora e ti cerca pure le mance.
Scuse accettate (penso) ma adesso levati dalle palle e fammi prendere il mio caffè e la mia pancetta (penso, ma non lo dico) e mentre chiudo la porta vedo i giornali lasciati sullo zerbino degli altri, il che significa:

“Dannazione, e’ piu’ presto ancora…”.

Il citofono squilla e alzo la cornetta.

La strizzo, non la reggo in mano, c’è una gran differenza.

“Chi e’ ?”.

Sarah del 104 ha dimenticato le chiavi.

Abbiamo un portiere per questo
(e anche una guardia armata) se non proprio per il medesimo motivo ma penso che all’occasione potrebbe anche alzare il culo dalla sua cara poltrona in pelle nera (credo sia nera) simil pelle forse.

Ad ogni modo (…)

Le apro.

Dicevo ? Ah, si

i giornali sugli zerbini mi dicono che e’ più presto di quanto pensassi, prima cosa.
Seconda cosa mi ricordano perché sul mio zerbino non c’è nulla a parte merda di cane passata di una settimana che non ho mai pulito.

Ho detto no al servizio, chiaro.

Molto semplice.

Detesto i giornali. Mi mettono di cattivo umore.

Le belle notizie (o buone notizie) le buone azioni del quotidiano vivere non le leggi mai: pertanto via, via.

Fucking newspapers !!

Riapro la porta.

Guardo i giornali a terra.

Il corridoio e’ lungo e deserto e ricoperto da moquette beige.

Mi piace questo residence ?

Si, fintanto che qualcuno non ti sveglia mentre stai sognando Kris Kristofferson in concerto (magari un corriere FedEx) o una tipa che ha dimenticato le chiavi del portone di sotto.
Immagino che il portiere se non fosse stato in cortile a fumare avrebbe potuto darle una mano.
Ha, o almeno in teoria dovrebbe avere un duplicato delle chiavi di ogni appartamento e gli appartamenti qua’ dentro sono molti e non proprio regalati ma e’ un bel posto fintanto che non ti sveglia qualcuno
(magari un corriere FedEx) mentre sogni Kris Kristofferson in concerto (…)
Ha i duplicati di tutte le chiavi di tutti gli appartamenti ?
In teoria dovrebbe ma in pratica non lo so.

E’ pronta la colazione ?

Direi di no…

e’ un quarto d’ora quasi che sono mezzo dentro e mezzo fuori dal mio appartamento e sto ancora guardando con orrore i giornali sugli zerbini.

Fucking newspapers !

Gianmarco Groppelli

Kalispell, ’90

Fk

3 Ott

Ho aperto la lettera e ho letto le prime due righe poi l’ho gettata nell’acqua gelida del Potomac.

Conoscevo già il seguito e soprattutto già sapevo con quali parole si sarebbe conclusa.

In un abisso inconcludente di “scuse” come pure l’abisso,era allora,ciò che di meglio potevo avere e cio’ che di peggio potevo avere: qualcosina allora e poco o niene domani.

Gianmarco Groppelli
’93

Outlaw songs in MT

2 Ott

Becca mi faceva sempre copiare a scuola, o era lei a copiare da me ?
Comunque,
Becca non parlava quasi mai con nessuno e fumava sigarette senza filtro girandoloni nel cortile aspettando che la campanella annunciasse la fine della ricreazione.
Becca che aveva l’anima di un’artista e portava i capelli corti, biondi.
L’occhio sinistro perennemente nascosto sotto a un indolente ciuffo ancora più biondo dei suoi capelli biondi.
Andavo sempre a casa sua e davo del tu sia a suo padre che a sua madre.
Becca che ogni tanto indossava quei jeans a vita bassa che piacciono tanto ai maschietti
ma non ho mai pensato a lei come a una femmina (credo) fino a una certa sera (quasi Pasqua) nella quale l’ho sentita suonare l’armonica.
Non che fosse la prima volta che la sentivo suonare ma per certo verso era così perché la vedevo adesso sotto a una luce piu’ luminosa; i suoi lineamenti yankee mi si offrivano da un’inquadratura totalmente diversa mescolando nell’insieme bellezza e stima…
Stima ?
Ero invaghito fino al midollo.
Della sua anima d’artista, dei suoi capelli biondi con l’indolente ciuffo ancora più biondo dei suoi capelli biondi a coprirle perennemente l’occhio sinistro,
dei jeans a vita bassa e tutto il resto sicche’ avevo imparato ad amare perfino la catapecchia nella quale abitavano; la rimessa con gli attrezzi e un trattore senza ruote sul retro, il granaio di fronte e la stalla pure sul retro.
Becca era sole caldo in un giorno d’inverno
e ti riempiva gli occhi,
ti faceva battere il cuore.
Era come sentirsi brilli averla accanto, beh, decisamente più ubriaco che brillo e poco importava se il tanfo di merda che arrivava da tutte le direzioni ti stringeva la gola come una pipata di insetticida.
Non c’era come sentirla suonare l’armonica mentre scrutava i tuoi pensieri più intimi con quell’occhio azzurro e felino.
I suoi sguardi erano stelle nella notte che tutto era fuorché silenziosa tra i grugniti dei porci e l’antipatico, pesante, continuo “girotondo” del cavallo a darci di nitriti che sollevavano cucchiaiate di polvere e paglia e tanfo di merda vecchia,
la coda come una ramazza che gli frusciava tra le cosce,
una qualche pedata che mi faceva sobbalzare…
ma a lei non importava nulla,
suonava e basta; il suo profilo impresso nella luna.
Il soppalco era un teatro e ogni volta restavo pietrificato, rapito (sempre) quando le sue labbra si muovevano sullo strumento,
le dita si aprivano e si chiudevano, le guance piene.
La puzza di merda mica svaniva sulle note di quelle ballate pero’ non te ne fregava più niente
WOW – starete pensando – WOW – starete pensando beato te e quella stalla e l’armonica “pasquale” e le ballate al chiaro di luna.
Un mix tra Dawson’s Creek e Everwood.
Mhmmm, proprio no.
Il giorno (o meglio la sera) che ho gettato le carte sul tavolo per farmi avanti mi son beccato il più crudo e diretto due di picche nella storia dei due di picche.
Siamo ancora amici ? Si, lo siamo
(ma di scopare non se ne parla)

GIANMARCO GROPPELLI

Kalispell, MT

Icons ‘n ridas

2 Ott

Da qualche giorno ho preso a svegliarmi presto e percorrere la tratta costiera più struggente della zona in preda ad un curioso istinto che non so spiegare esattamente.
All’ora in cui la gente ancora dorme mi ritrovo quì seduto.
Le braccia conserte e le gambe allungate sulla sabbia.
I gabbiani giocano a rincorrersi sul filo dell’acqua nella luce sapiente dell’alba.
Fumando, penso che un tempo un grande della letteratura era solito sbattersi con una bottiglia di Gin al fianco esattamente dove mi trovo io adesso, e per un attimo, questa immagine mi scalda, mi arroventa il viso, mi fa battere il cuore in maniera tanto accelerata quanto sublime.
Le torrette dei guarda spiaggia sonnechiano, solitarie e silenziose.
Mi metto su un fianco.
La spiaggia è un’immensa macchia beige senz’ombra di un’anima a calcarla.
Scorgo gli alberi lontani delle imbarcazioni come stuzzicadenti infilzati nell’oceano.
E all’indomani, di nuovo alle quattro, di nuovo in silenzio per non svegliare nessuno (neanche me stesso) prenderò la bicicletta per continuare a navigare in questo mio piccolo-grande stagno di gioia, passione e pensieri.
Dritto, dritto, sempre dritto fino alla casa azzurra con il logo dei L.A. Lakers dipinto sulla facciata.
Di lì svolta a destra, ancora dritto, svolta a sinistra e l’incantesimo sarà compiuto, laggiù…

SULLE ORME DI UN GRANDE !

dal libro “Del sale era il profumo” di Gianmarco Groppelli.