Un’esperienza anche più stimolante di quanto avessi immaginato perché inconsciamente avevo aspettato quel momento per forse 45 anni: dividere il letto con un avvocato in carriera
(3:14) ed era tutto perfetto come lo avevo immaginato
un grosso e costoso appartamento in piena Downtown arredato con gusto ed era stupendo trovarsi in casa di una donna dopo due anni e mezzo di (Ok?! Capiti,si)
rientriamo
dicevo, un grosso e costoso appartamento in piena Downtown arredato con gusto (…) rigogliose felci verde pisello quà e là, un tappeto probabilmente acquistato in India o giù di lì, maschere tribali alle pareti, una gigantografia immortalava un leone intento a spiccare un balzo e mentre aprivo il pacchetto delle sigarette ho pensato – nella mia abissale ignoranza al riguardo – che era stato congelato come andava congelato
il fotografo che aveva catturato lo scatto era certo uno con le palle, navigato e virtuoso, un professionista
nella stanza in fondo un’altra professionista si stava svegliando adagio
in piena notte abbiam fatto man bassa in cucina e un casino nel bagno, di bocca e basta
ha detto che le faceva male
immaginavo fosse possibile e non era un problema, ok
vada per la bocca anche perché sinceramente non c’era di meglio nel 1986 così come oggi nonostante il Coronavirus a spaccare i coglioni e anche quì mi avete capito
pensavo agli omosessuali che forse (era una possibilità) in quello stesso momento erano presi ed intenti e completamente assorbiti dalla medesima pratica; l’ho pensato ed ero felice per loro e per me
la finestra socchiusa si affacciava praticamente sul tetto della St.Patrick che vista di lassù sembrava molto più piccola che vista dalla strada
vacci a capire, prospettiva ottica ed era una cosa, ma diciamolo, la prospettiva mia era focalizzata solo ed esclusivamente sul passo successivo e di nuovo ho pensato ai gay di laggiù: gente alla mano, belli nel corpo (perlopiù) e belli nell’anima, gente di compagnia, gente propensa alla trasparenza e alla lealtà e scusate se e’ poco
ne conosco/scevo quattro
lo ammetto: fossi omosessuale non ne farei mistero e lo scrivo in grande che NON MI HANNO MAI PUGNALATO ALLE SPALLE, cosa che non posso dire di molti altri stronzi etero
caffè
altro prosciutto al miele
carne essiccata, neeee
che sfiga – ma mica poi tanto – considerando la bocca a boccaglio da Hall of Fame e comunque don’t call me a “icon” (m’ha detto così) e ha finito il caffè fumante in due secondi (mai capito come) io di solito dopo averlo fatto metto la tazza nel frigo ma forse sono io il “pazzo” e lei “l’ordinaria”
sinceramente riuscivo solo a pensare che quel sogno era per l’appunto un sogno, l’avventura di una notte, una scappatella poiché il marito era già imbarcato sul volo che lo avrebbe riportato da noi (da LEI) ma era già una fortuna, un miracolo, una stranezza incredibile il fatto che in un modo o nell’altro mi avesse notato pertanto andava bene così e pure se non andava bene doveva andare bene per forza
altro boccaglio (centro del salotto)
-spettacolo!-
era un lampadario di cristallo: un mix tra una mela e una rosa passita che si rifletteva nello specchio alle nostre spalle e vedevo la sua schiena come una benedizione e il suo calore come una “rivelazione”, che avvocato…non ti capita più in mille vite
certi direbbero che non si può mai dire ma io sentivo che sul serio sarebbe stata la prima e unica volta
l’ho sentito sulle mie labbra, l’ho sentito nei lobi frontali, nell’intestino e dovunque vi fosse spazio sufficiente in me da ospitare quella nauseante sensazione perché la fine delle più piccole cose- io credo – al pari delle piu’ grandi contemplano, chiaro come il sole, se non proprio disperazione ma certo un senso di vuoto – mica bello – mica simpatico ma succede – a volte/sempre e siamo esseri umani anche per questo; per penare, struggersi e spasimare
la strada era già un delirio nonostante l’ora prima del mattino
ho superato la chiesa irlandese di San Patrizio (avevo ancora l’erezione) ho svoltato a sinistra, dritto dieci metri e una voce m’ha chiesto se poteva pagarmi da bere
era un bel giovanotto all’ingresso dell’unico omosex bar nei paraggi: teneva una postura orgogliosa e dal suo viso rasato con cura si spandeva una sorta di “gas” odoroso d’amore, pace e piacere sia fisico sia psichico
da maschio so riconoscere la bellezza di un maschio quando la vedo
una bandana gialla (credo fosse gialla) mi suggeriva quali erano le sue preferenze una volta in intimità
ho declinato l’invito e alzato gli occhi all’insegna
“magari un’altra volta oggi no”
mi e’ uscito così e nello specifico ho attribuito quel “magari un’altra volta” al fatto che senza amore io non riesco proprio a stare e dai, mi avete capito
…e ve ne sono moooolto grato MY DEAR FRIENDS ❤
NYC, New York U.S.
dal testo “Coni d’ombra e lame di luce” di Gianmarco Groppelli
edito da centro culturale “E. Manfredini” Tradizioni e Prospettive
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Progetto grafico impaginazione e stampa -Nuova linotipia Piacenza
29121, Piacenza (PC)
2000 – FC 2001(02) finito di stampare nel mese di marzo 2000