Stavo schizzando rancore nelle ultime due pagine del romanzo Black bill e mi sembrava un’ottima schizzata e speravo venisse accolto con calore (il romanzo) uno che mi stava particolarmente a cuore per mille e zero ragioni in particolare
1. Devo mangiare anch’io, certo
2. Scrivo per mantenere integro quel che resta del mio cervello e svuotare il cuore e ci siamo capiti quanto alle altre ragioni un “cazzo ne so” direi che ci sta, ad ogni modo, Gio entra in salone (incazzata) getta il cappotto a terra, getta le chiavi sul tavolo, getta il portasigarette sul tavolo, si leva le scarpe e le abbandona così dove capita e bofonchia qualcosa tra i denti ok, e’ incazzata ma ho grandi notizie e voglio renderla partecipe oserei dire della nostra fortuna e le dico Hey sai
mica mi ascolta e accende la tv, azzera il volume sempre bofonchiando tra i denti, sgrulla il carrello dei liquori e si versa da bere
-grandi notizie Gio-
(mica mi ascolta fuma e bofonchia)
-sai, Pierluigi ha telefonato ora-
(mica mi ascolta ma perché no) perché non mi ascolta?
-prima visione e altri racconti- faccio io, sorrido e mi sfrego il mento
(niente ma perché non mi ascolta?)
-ho scalzato Wilbur Smith-
(scrollata di testa – altro muggito)
spegne la tv e scosta le tende mandando un vaffanculo
-sono primo in top 4- sai, faccio io
fruga il giardino, bofonchia, altro muggito, sta fumando di nuovo, tira le tende e riaccende la tv a volume azzerato
-non e’ fantastico?!-
(mica mi ascolta ma perché no) perché non mi ascolta?
spengo il computer
Viola scenda giù per piacere
ci ricavo solo questo
la striglia sotto i miei occhi
(mica mi ascolta) ma perché non mi ascolta?
prendersela con il personale di servizio senza ragione – brutta scena ma non dico niente
Viola non dice niente e in un secondo il salone non dice più niente un maledetto niente e va da sé che non ho più niente di entusiasmante da condividere
brutto affare
non ci sono né vincitori né vinti e il salone se ne resta al suo posto
io al mio e Gio al suo che immagino molto simile a un grosso FANCULO ed e’ limpido e non può essere altrimenti: e’ un posto che conosco bene perché mi ci hanno mandato moooolte volte
penso dunque -un po’ ciascuno- si
(cambia una mazza) volevo condividere e non ho condiviso
avrei voluto andare all’ovale in corridoio e parlare alla Travis con un pezzo di vetro chissà mai forse avrebbe trovato entusiasmanti le mie nuove ma non l’ho fatto e così sono rimasto a mezza via come uno spicchio di limone, una falce di luna, un lavoro part time, un bicchiere mezzo pieno (mezzo vuoto più che altro) un cazzo a mezza lama, un sogno interrotto a metà strada, un film che si pianta nel lettore e bla bla bla bla
e avevo da condividere e non ho condiviso
dal testo “Del sale era il profumo” di Gianmarco Groppelli (2015)
ristampa Nr.10 (2019)
edito da Vicolo del Pavone
Via Giordano Bruno 6, Piacenza 29121 Piacenza (PC)
volume supportato da audio CD per non vedenti
introduzione a cura di Ugo di Martino (Udim)
comprensivo di illustrazione del maestro William Xerra
Tutti i diritti sono riservati
Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa senza il permesso dell’Editore
Progetto grafico impaginazione e stampa Tipitalia-Piacenza
acquistabile anche online
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by (author) Groppelli Gianmarco. Available from the UK in 3 business days Amazon
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